La domanda senza risposta



Cosa devo compiere nella mia vita?
A cosa sono destinato?
Qual è la missione che devo portare a termine?
Ciò che desidero è veramente ciò che devo realizzare?
Chiunque stia percorrendo il suo cammino di sviluppo personale e spirituale si sarà posto queste domande più e più volte, e difficilmente sarà riuscito a darsi delle risposte che poi nel tempo non siano cambiate.
Svelare il mistero di se stessi e del motivo per cui siamo qui è la Domanda con la D maiuscola.
In alcuni questa propensione alla Domanda è più forte che in altri.
Allora visto che non si riesce a scorgere la risposta, ci si inizia a rivolgere a chi potrebbe fornirla, ricorrendo a qualche strumento divinatorio o a chi della divinazione ha fatto una professione.
Ma la tanto agognata risposta rimane avvolta dalla nebbia dell'incertezza.
Ed il motivo è semplicissimo; quella risposta è inconoscibile!
Dante, nella sua opera massima, la Divina Commedia, in cui mostra in modo meraviglioso il percorso  evolutivo che ognuno di noi deve compiere, parla dei Cherubini, che sono gli angeli nel Paradiso più vicini a Dio, e dice che neanche a loro è dato conoscere il Piano Divino, figuriamoci a noi!
Conoscere il proprio destino è un compito che si svela passo per passo, giorno per giorno, e soprattutto passaggio dopo passaggio, perché il proprio destino è legato alla propria trasformazione.
La sua chiave, come ogni altra cosa, risiede solo in un luogo, dentro noi stessi.
Ed è proprio lì, nel nostro mondo interiore che si celano gli indizi che possono aiutarci a comprendere.
Spesso però invece di volgere lo sguardo all'interno, si finisce per guardare ciò che accade fuori.
A chi sta più attento alle sincronicità ed ai segni che troviamo cosparsi nel nostro quotidiano, cerca di trarre indicazioni da essi: vede sul cellulare le 11.11 e pensa sono sulla strada della mia missione, o vede un cuore disegnato su un muro e pensa questo è un messaggio per me, ma non è detto che sia proprio così.
Ritengo importante prestare attenzione ai segni, ai simboli, alle coincidenze; tuttavia non bastano se non si è consapevolmente disposti a guardare nel posto più difficile da vedere, dentro se stessi e nel proprio inconscio, ed avere una grande onestà intellettuale di riconoscere sia le nostre ombre che la nostra unicità.
Io credo che principalmente il nostro destino sia legato al portare alla luce le nostre tematiche irrisolte e riconoscere a noi stessi ciò che siamo, il nostro vero valore e ciò che possiamo fare con i nostri doni ed i nostri talenti, che sono il simbolo della nostra unicità.
Gran parte del cammino spirituale si svolge dentro di noi più che fuori.
James Hillman, nel suo splendido libro il Codice dell'Anima, parla di come il nostro carattere e le nostre vocazioni fin dalla più tenera infanzia siano degli indizi fondamentali per rispondere alla chiamata del nostro destino.
E quindi cosa possiamo fare?
Per primo ammettere di sapere di non sapere, e poi non presupporre nulla.
Quando qualcosa accade nella nostra vita ci chiediamo cosa devo capire con ciò che mi sta accadendo?
Interpretare ciò che accade è sempre legato alla consapevolezza che noi abbiamo al momento in cui qualcosa accade, quindi la nostra interpretazione cambierà nel momento in cui cambierà la nostra consapevolezza.
C'è solo da vivere il momento, sapendo che forse un giorno potremmo capirne più profondamente il significato e vedere dove ci ha portato, domando uno dei fattori più comuni ed insidiosi che è l'impazienza di voler sapere e capire tutto e subito.
Ma tutto ciò non significa vivere passivamente la nostra vita aspettando la manna che scende dal cielo. Non ci può essere passività nel lavoro interiore, inoltre acquisendo maggiore consapevolezza di sé, delle proprie luci e delle proprie ombre e fidandosi della propria parte intuitiva, passo dopo passo si svelerà la nostra strada, comprendendo successivamente le dinamiche che oggi stiamo vivendo.
La nostra vita viaggia in parallelo su due binari, quello del quotidiano, con i suoi impegni, le sue preoccupazioni, le sue sfide, e quello evolutivo e spirituale dove ricaricarsi e compiere il nostro percorso trasformativo.
Anche se non conosciamo ciò che il destino ha in serbo per noi, riuscire a sciogliere i vecchi blocchi emozionali, integrare le nostre ombre, riconoscere e sopratutto iniziare ad utilizzare i nostri talenti, ritengo sia già tanto per andare incontro al nostro destino.
E sono certo che, mentre compiamo questo lavoro di ricerca interiore e manifestazione, ci stiamo armonizzando al nostro personale "Piano Divino", a cui ci affidiamo con fiducia e cuore aperto, sapendo che alla fine ci porterà esattamente dove dovremmo essere.

Massimo

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