Lo spirito di ricerca




Avete mai sentito ardere il fuoco dentro il vostro cuore? Gioia inaspettata, contentezza e vitalità, mista ad una certa curiosità, verso qualcosa che non sapete nemmeno bene cos’è, ma sentite di poter scalare una montagna in un attimo e di poter con un’unica boccata riempirvi i polmoni di tutta l’aria più fresca del pianeta? Almeno una volta nella vita può essere capitato a tutti noi, ad esempio quando siamo innamorati. Sarebbe bello se fosse l’emozione preponderante nelle nostre vite, ma sappiamo che è qualcosa che accade, qualcosa che non abbiamo cercato, ma che ci pervade, e in quei momenti vediamo il mondo con occhi nuovi, occhi da bambino felice. E` questo quello che qui chiamo “spirito di ricerca”: quell’innata qualità di ogni essere umano ad andare oltre il materiale e contingente, per abbracciare il trascendente, lo spirituale, la voce della nostra anima.
Ricorderete il “Canto di Natale” di C. Dickens, magari con le immagini del cartone animato di Walt Disney, in cui al personaggio del vecchio e avaro, Scrooge, la sera della Vigilia di Natale appaiono gli spiriti del Natale passato, presente e futuro. Spesso accade che, riconosciamo il nostro spirito di ricerca proprio nel mezzo di un periodo in cui viviamo la vita un po’ come Scrooge, non intendo cattivi e avari, ma chiusi alla vita ed alle sue gioie (come quelle derivanti dalla condivisione). E` nei momenti di sofferenza che, paradossalmente, si crea uno spazio, perché il viaggio comincia quando si fa strada in noi un senso di scontentezza nei confronti della vita che conduciamo. “Dietro l’infelicità fondamentale della vita e dell’esistenza si trova l’embrione di un’intelligenza in via di evoluzione, un’intelligenza particolare solitamente nascosta dal peso enorme delle ipocrisie sociali. La persona che inizia a conoscere le sofferenze della vita sta, allo stesso tempo, iniziando a risvegliarsi a realtà più profonde, realtà più vere.”[1]
Restare intrappolati a vita nella sofferenza diventerebbe un’identificazione; il viaggio invece inizia se sapremo andare a fondo e oltre la sofferenza, la quale diventa a quel punto la nostra più preziosa compagna che, come un campanello d’allarme, ci informa di qualcosa che manca profondamente nella nostra esistenza. E` il segnale che, non provando più gioia nelle attività quotidiane, ci fa stare scomodi e ci invita a cercare un significato in “altro”, qualcosa che ancora non conosciamo, ma che stiamo già cercando. Inizia quindi un viaggio verso il centro di noi stessi. Infatti il viaggio dell’uomo per eccellenza, è un viaggio interiore, mosso dal fuoco delle domande antiche che non trovano risposte sui libri o nell’acquisizione di conoscenza accademica. Sempre scomodi in ogni luogo e senza accontentarsi di risposte già confezionate da altri, si sente la necessità di partire per un viaggio, che è il viaggio del fare esperienza della vita. Si tratta di trovare quel fuoco che arde dentro di noi, che qui ho voluto chiamare spirito di ricerca ed è ciò che anima le nostre vite da dentro, qualcosa a cui prestare attenzione sempre più spesso; per cercare di sentirlo, suggeriamo a noi stessi non tanto di ricercare messaggi dagli Angeli, defunti, Maestri Ascesi ed altro (come ricerca di risposte esterne a noi), piuttosto proviamo a fare silenzio dentro di noi per percepire il fluire costante della Vita che ci anima. Lo spirito di ricerca alimenta se stesso: le prime domande sul senso della vita lo risvegliano e le successive continue ricerche interiori lo rafforzano. Lo spirito di ricerca è una qualità innata dell’essere umano, perciò siamo fortunati, partiamo tutti dalla stessa base, tuttavia va coltivato per giungere a vivere la vita con gratitudine e curiosità, a prescindere dagli eventi. Percepire dentro noi stessi il contatto con la Vita non rappresenta una condizione permanente o un punto d’arrivo, e non si tratta nemmeno di una condizione passiva: si tratta di un momento, spesso accaduto per caso, e che possiamo cercare di sviluppare per vivere la nostra vita con la luce accesa dentro di noi, come un lumicino che ci guida nel buio del nostro prossimo passo.
Lo spirito di ricerca è la curiosità di cercare di capire la vita, nella sua grandezza e nelle sue sfumature, è chiaro quindi che si tratta di un viaggio lungo una vita intera. Spesso si dice che siamo nati in questa vita senza il manuale delle istruzioni e che la vita prima ti fa l’esame e poi ti spiega la lezione, siamo quindi trascinati dagli eventi? Lo siamo fino a che non sfruttiamo il nostro spirito di ricerca innato per cercare di comprendere da cosa siamo mossi e dove la nostra interiorità più profonda vuole dirigersi. Lo spirito di ricerca infatti, è un valido alleato, un vero e proprio motore che ci tira fuori dai problemi quotidiani come un immaginario carro attrezzi che trascina la nostra vita fuori dal pantano. E` un motore di ricerca, ovvero quella funzione dentro di noi che non si arresta di fronte all’evidenza dei fatti, ma è in continua ricerca di soluzioni nuove e di significati, che pian piano ci portano giorno dopo giorno a qualche metro di distacco dalla quotidianità, perché ne diventiamo piuttosto osservatori sereni, che stressati collaboratori.

Buona ricerca a tutti noi,
Sara
https://www.facebook.com/SaraTemperiniBeoniCounselor/


[1] “Oltre i confine”, Ken Wilber, Cittadella editrice, 1981

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