La paura in prospettiva
La paura in prospettiva
Viste le recenti notizie allarmistiche e catastrofiche, il
tema della paura va certamente affrontato nel cuore di ognuno.
Credevo di aver fatto un ottimo lavoro dentro me stessa
riguardo alla paura, ed in effetti ho affrontato davvero molti salti nel vuoto
nella mia vita. Tuttavia, ho ancora della strada da fare, perché le notizie
catastrofiche di questi ultimi giorni mi hanno certamente colpita.
Attualmente vivo una situazione, a livello fisico, che non
mi consente di prendere con leggerezza gli ultimi avvenimenti e, come me, anche
molte altre persone. Normalmente ero solita prendere questo genere di
allarmismi come notizie marginali, magari confezionate ad hoc per nascondere
alla popolazione altre notizie di maggior rilevanza per il futuro (ad esempio
decisioni politiche ed economiche che possono influenzare il futuro in maniera
indelebile).
Cos’è cambiato quindi ora in me? Beh, sono cambiata io, o
meglio, la mia condizione.
Le reazioni delle persone in questi giorni vanno dal
gridare allarme al primo starnuto, al minimizzare, all’attaccare con toni
accesi chi prende decisioni drastiche a beneficio di tutti (chiudere scuole,
università e luoghi ad intensa densità di persone). Ciò che mi dà
particolarmente fastidio sono i toni ironici taglienti, quelli che ti fanno
sentire un idiota solo se hai pensato di comprarti un gel disinfettante per le
mani da usare quando non hai a portata di mano acqua e sapone. Chi minimizza
attaccando (con l’arma sprezzante dell’ironia), infatti può avere, sotto sotto,
molta più paura di chi con sensatezza apprende le notizie, riflette,
contestualizza e con calma sceglie il suo prossimo passo, che passa anche per
il rispetto delle decisioni ministeriali e per il rispetto di chi può avere
davvero delle conseguenze serie per la propria salute. Sarebbe quindi molto più
proficuo mettersi in contatto con il proprio cuore, ascoltare se abbiamo o meno
paura (per noi o per chi è accanto a noi), prenderci per mano e avere cura di
noi. Ironizzare invece, sembra quasi la reazione di ragazzini spavaldi che, di
fronte al branco, non possono mostrare debolezze.
Quindi, ci stiamo confrontando con dei temi più profondi di
quel che appare: il rispetto e l’ascolto.
Il rispetto, può apparire qualcosa di dovuto, che dobbiamo
dare per forza, nei confronti di altri. In questo frangente invece, appare
chiaro come il rispettare l’altro equivalga al rispettare noi stessi. Le
ordinanze drastiche di questi giorni servono, non tanto a mettere al riparo il
singolo individuo, ma a far sì che il virus non possa diffondersi troppo in
fretta. Questo è l’obbiettivo, perché il virus arriverà a contatto più o meno
di tutte le persone, l’importante però è che la diffusione non sia di massa e
improvvisa, causando problemi che diventerebbero di difficile gestione. Siamo
quindi di fronte ad un’azione, quella di rimanere a casa, che facciamo a
beneficio degli altri e di noi stessi.
Da qui si aprono le porte all’ascolto. L’ascolto di noi stessi,
perché di fronte allo sconosciuto, nessuno sa dirci cosa sia meglio fare.
Dobbiamo quindi recuperare dentro di noi l’ascolto del nostro stato d’essere,
delle nostre necessità, e portare avanti le nostre richieste nel rispetto degli
altri. E, come dicevo sopra, ascoltare il nostro cuore per capire se abbiamo
paura o preoccupazione, o meno. Se abbiamo solamente paura per gli altri, ad
esempio parenti cagionevoli o bambini molto piccoli, è pur sempre la nostra paura, che va osservata e
accolta.
Ma c’è un ulteriore beneficio da questa situazione: ci
viene dato il tempo per fermarci e ascoltarci. Che splendida occasione! Spesso
non si reagisce bene all’essere stati fermati contro la nostra volontà, invece
si tratta di una preziosa occasione per rallentare il passo, accorgerci di cosa
ci piace e cosa non ci piace della nostra vita, in cosa siamo scomodi e perché,
siamo scomodi nel non far niente? Perché?
Essere di fronte al nuovo è sempre fonte di crescita e la
paura inizialmente sarà sempre nostra compagna. La nostra forza sta nel
guardare a momenti come questi non in maniera catastrofica, senza speranza o senza importanza, ma
piuttosto come a qualcosa di nuovo, senza l’accezione di positivo o negativo,
semplicemente qualcosa di nuovo, in cui cogliamo l’occasione per guardarci
dentro, per conoscerci un po` di più.
Sara
https://www.facebook.com/SaraTemperiniBeoniCounselor/
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