La ricerca della conoscenza
Alzare lo
sguardo verso il cielo; è probabilmente
con questo gesto ancestrale che è iniziata
la ricerca della conoscenza da parte dell'uomo.
L'impulso primitivo dev’essere stato
quello di conoscere la natura del mondo, cercare di compenetrarne le
regole e rendere più facile la vita, come
conoscere i flussi migratori degli animali, sapere quando
piantare i semi per coltivare, orientarsi osservando le stelle.
Immagino poi
che alla parte visibile si sia affiancata
progressivamente la parte invisibile;
cercare di comprendere le forze naturali nascoste per poi dialogarci,
affinando sempre di più tale capacità. Nasceva
così la tradizione unica primordiale, da
cui si sono ramificate nei secoli tutte le tradizioni.
Con il tempo
si sarà raffinata la conoscenza di tutte le varie energie che
influenzano la vita e si è iniziato a
decodificarle. I cinesi hanno così dato
vita all'I Ching, che è forse la più sofisticata catalogazione
delle energie dell'universo, e ciò è stato fatto più o meno da
tutte le culture antiche. Secolo dopo secolo le antiche conoscenze
sono giunte fino a noi sotto forma di racconti e narrazioni, ovvero
i miti, o sotto forma di rappresentazioni,
i simboli.
Ma cosa
spinge oggi l'uomo moderno a ricercare la conoscenza?
Giovanni
Francesco Pecoraro, in arte Carpeoro (uno dei maggiori esperti
italiani di simbolismo e studioso di esoterismo) nei suoi libri e
nelle sue conferenze, spiega come la parola conoscenza derivi dalla
radice sanscrita MG che vuole dire appunto conoscere. Dalla stessa
radice MG prendono forma anche altre due parole che descrivono due
tipologie di persone che si dedicano alla ricerca, il magus ed il
magister.
Il magus
ricerca la conoscenza per potere. La sua ricerca quindi ha il fine di
elevarlo per avere potere sulle altre persone, per far fare
loro ciò che lui vuole e quindi manipolarle. Essendo la
conoscenza la chiave del suo potere, ciò che sa lo tiene per sè.
L'altra
figura, il magister appunto, ha una finalità completamente diversa.
Per lui la conoscenza è ricercata
esclusivamente per espandere il suo essere. Non è minimamente
interessato al potere ed ai benefici materiali che il potere può
portare. Ciò che apprende lo condivide.
Sono due
modalità estremante diverse di ricercare la conoscenza.
Possiamo
(citando ancora Carpeoro) paragonare la conoscenza ad uno scrigno che
viaggia attraverso le varie epoche per giungere fino a noi
e può giungere in due modi:
se arriva
senza la chiave per aprirlo, la si chiama
tradizione. In questo caso si ripetono atti
e gesti ma senza conoscerne il significato
profondo.
Oppure può
arrivare lo scrigno con la chiave per aprirlo e
in questo caso si parla di iniziazione.
Nei
primitivi l'iniziazione era un rito di passaggio che segnava
l'ingresso in una nuova condizione, come ad
esempio un ragazzo che diventava un guerriero o un adulto che
diventava uno sciamano. Poi l'iniziazione è
diventata l'essere ammesso ad un livello di insegnamento che è
precluso alla maggioranza delle persone. Da
qui il termine esoterico che deriva dal greco e significa interno,
che si contrappone all'essoterico che invece significa esterno.
Ciò
indica due tipologie di insegnamento: uno
rivolto alle grandi masse, da cui si genera la tradizione, ed uno
riservato ad un ristretto numero di individui scelti che sono appunto
gli iniziati e che prevede un livello di conoscenza molto più ampio,
elevato e profondo che si raggiunge per gradi. Ed
ecco che se i miti per la maggioranza delle persone sono solo delle
vecchie storie, per gli iniziati che hanno ricevuto la spiegazione di
cosa il mito rappresenta effettivamente, assume una valenza
completamente diversa.
Stessa
cosa vale anche per i simboli: se
per la maggior parte delle persone sono soltanto
delle figure, per degli iniziati diventano un vero e proprio
linguaggio.
In tutte le
tradizioni spirituali e religiose, la
maggior parte delle persone che fa una pratica, lo
fa per retaggio culturale o familiare, ma
senza conoscerne i profondi significati.
Poi invece c'è un ristretto gruppo di
persone che ha quella conoscenza sapienziale che li porta a sapere
quale sia quel significato profondo.
Così
prendono vita le correnti mistiche nelle varie tradizioni religiose
e spirituali, quali il Sufismo per l' Islam, la Cabala per
l'Ebraismo, il Buddismo esoterico, le tradizione mistiche cristiane
da cui hanno preso vita ad esempio i Rosacroce. La
lista potrebbe essere molto lunga, ma per modi e strade diverse,
l'origine ed il fine di tutte è molto
simile. Possiamo infatti
ricondurre tutte alla tradizione unica primordiale, da cui
hanno attinto anche i sistemi filosofici, e che è stata appunto
tramandata da generazione a generazione e da
iniziato ad iniziato.
Ci
chiedevamo; che cosa spinge
oggi l'uomo moderno ad
intraprendere un sentiero di ricerca?
Indipendentemente
da quale tradizione stia seguendo, o che lo faccia in modo autonomo,
la base è molto simile alle esigenze dei nostri antenati:
conoscere ciò che accade fuori di noi o conoscere ciò che accade
dentro di noi.
Che
sia per capire il mondo naturale o quello invisibile, che sia per
interagire con determinate energie o dimensioni, che sia per
conoscere o trasformare se stessi, o che sia per semplice curiosità
o per motivi culturali, la
ricerca della conoscenza nasce
nell'uomo all’origine
dell’uomo stesso e lo
accompagnerà per sempre a rispondere a questa primordiale chiamata.
Massimo
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