Perdersi per ritrovarsi



Nel mezzo del cammin di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura

Ché la diritta via era smarrita…

Dante Alighieri “Divina Commedia”



Perdersi per ritrovarsi. Sembra una di quelle frasi senza senso, un ossimoro, due concetti opposti tra loro. Eppure un senso ce l’hanno eccome.

Abituati come siamo a crearci delle abitudini, perché ci sembrano una cosa sicura e quindi confortante, spesso in realtà con il tempo perdono il loro significato e importanza. Magari cominciamo a fare un lavoro anche spinti dai nostri desideri e gusti, oppure frequentiamo degli amici o dei fidanzati. Ma troppo spesso tutto questo diventa routine e il senso profondo che aveva quella cosa per noi, all’improvviso scompare. Ma nella maggior parte dei casi noi continuiamo su quella strada. Continuiamo a fare quel lavoro anche se non ci dà più le emozioni che ci dava una volta, continuiamo a frequentare quella compagnia anche se l’amicizia non è più quella di una volta o continuiamo a stare con quella persona, perché è meglio che stare da soli e magari si hanno anche tante cose in comune, ma in realtà il sentimento si è affievolito da tempo e ora sentiamo che preferiremmo altro.

Molto spesso continuiamo a fare queste cose a vita, ci creiamo l’abitudine e fatichiamo molto a lasciarla, a volte proprio non ci riusciamo, perché ci fa sentire sicuri. In fondo anche nel campo del lavoro si cerca spesso il lavoro a tempo indeterminato, perché così siamo a posto, tranquilli. E spesso va bene così, ma altrettanto spesso vedo persone che vorrebbero cambiare perché a loro non va bene così. Ma come si fa oggigiorno a lasciare tutto per buttarsi? È difficile. La ricerca della sicurezza è una delle cose principali che l’uomo cerca.

Eppure è un concetto che va quasi contro il concetto stesso di vita. Perché la vita non è sicurezza, non è abitudine ma è continua evoluzione, cambiamento. Ci ostiniamo però nel tentativo di imbrigliarla in regole e abitudini. Abitudini che poi infine ci vanno strette, ma che non vogliamo ammetterlo nemmeno a noi stessi.

Non troppo tempo fa mi sono ritrovata in un momento dapprima difficile dal punto di vista personale e familiare, uno dei pilastri della mia vita è improvvisamente crollato senza che potessi fare niente. E da lì è cominciato un periodo di grande trasformazione per me, tanto grande da portarmi a perdermi …per poi ritrovarmi. Ad un certo punto infatti, dopo l’evento in questione e dopo un bellissimo viaggio in Tibet, molto dentro di me ha cominciato a trasformarsi in modo più o meno conscio. La vita mi ha tolto qualcosa, ma mi ha dato altro, nuovi percorsi che fino a quel momento non avrei immaginato. Mi ha portato al reiki ad esempio e ai trattamenti energetici che amo utilizzare non solo per aiutare le persone, ma anche per gli animali che reagiscono ancora più velocemente; ma mi ha portato come dicevo anche a perdermi. E qui in realtà parlo della mia scrittura.

Fin da piccola ho amato i gialli e pensavo che mai avrei scritto altro nella vita se non gialli. Ma ad un certo punto questa convinzione è crollata sotto i miei piedi. Non riuscivo più a scriverli, sentivo che non fossero più la mia strada. Adoro ancora i gialli e adoro anche i miei gialli e anche le persone li amano e questo mi riempie di gioia, ma io non riuscivo più a vederli adatti a me. E così mi sono sentita persa.

Fino a poco prima avevo una certezza così grande e improvvisamente non c’era più. E naturalmente non sapevo cosa pensare né cosa fare. Sapevo solo cosa non faceva più per me ma non sapevo cosa andasse bene per me. Quella confortante idea di sapere quale fosse la mia strada da scrittrice era sparita e non avevo idea del dove andare. Come dice Dante “la diritta via era smarrita”, ma è stato proprio grazie a quel perdersi che poi lui è arrivato al tesoro più grande. A volte, quando abbiamo tante certezze e non ci rendiamo conto di quanto siamo cambiati e che di conseguenza ci sono cose che non vanno più bene per noi, la vita ci porta improvvisamente a perderci. E sembra una cattiveria, ma in realtà non lo è. A volte per essere aperti a qualcosa di nuovo e di più adatto a noi, abbiamo bisogno che le nostre certezze crollino, perché solo così saremo in grado di vedere nuove strade e nuovi orizzonti mai pensati prima! Ed è così che, parlando con un’amica, ho capito che per sapere dove andare, avrei dovuto fare la cosa più semplice. Non guardare intorno come spesso facciamo, ma tornare a me stessa. Ed è così che ho cominciato a pormi delle domande da tempo dimenticate: perché ho cominciato a scrivere? Che cosa volevo trasmettere con i miei scritti? Che cosa volevo comunicare? Quali erano le mie passioni che volevo mettere anche nei miei libri?

Sapevo benissimo di essere cambiata molto negli ultimi dieci anni, eppure nonostante questa consapevolezza, non mi era mai passato per la testa che se ero cambiata io, avrei dovuto cambiare anche altre cose nella mia vita. E la scrittura, la mia strada maestra, non poteva non essere tra queste.

E così mi sono persa, certo, ho vissuto un periodo di dubbi e incertezze, e in un mondo in cui ti insegnano ad inseguire le certezze, vivere così non è il massimo. Ma è proprio perdendomi che mi sono ritrovata, perché sono tornata a me stessa e al motivo per cui avevo iniziato a scrivere. Ed è così che è nata l’idea del blog e molto altro.

A volte perdersi può essere il dono più grande che ci strappa dalle abitudini che non fanno più per noi e ci riporta a noi stessi. E solo ora un nuovo capitolo della nostra vita può iniziare e la passione, la creatività, la gioia prima perdute, possono tornare a fare capolino nella nostra vita. Quindi se e quando vi sentite persi, tornate semplicemente a voi…chiedetevi che cosa volete davvero, chi volete essere, che cosa vi muove, che cosa via appassiona, che cosa c’è nel vostro cuore e non nella vostra mente ed è lì che troverete tutte le indicazioni che vi mostreranno la Via.

Anja
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