IL PRESENTISMO





E` stato durante la mia ultima appassionata lettura, che un brano mi ha toccato particolarmente. Proprio come ci raccontava Massimo nell’articolo in cui parlava delle ferite dell’anima (potete trovarlo qui), ho sentito un pugno arrivarmi alla bocca dello stomaco: è stata una piccola, grande, nuova consapevolezza. Il libro in questione è “Il gatto del Dalai Lama e l’arte di fare le fusa” (autore D. Michie, 2019, Giunti editore) e si tratta del seguito del primo altrettanto splendido “Il gatto del Dalai Lama” (stesso autore, 2015, Amrita edizioni). 

Ecco il brano per me significativo: “Qualcuno lo chiama presentismo, la tendenza a credere che il futuro sarà come il presente ma con una differenza specifica. Quando pensiamo al domani, la nostra mente è molto abile a crearlo tranne per quanto riguarda questa differenza. E il materiale che usiamo per crearlo è l’oggi […] La ricerca dimostra che quando facciamo previsioni su cosa proveremo nei confronti di eventi futuri non ci rendiamo conto che la nostra mente usa questo espediente “creativo”. E ciò spiega in parte il motivo per cui pensiamo che ottenere l’impiego nell’ufficio dietro l’angolo ci farà sentire realizzati e di successo o che guidare un’auto costosa sarà fonte di gioia pura. Riteniamo che la nostra vita sarà uguale a quella di oggi, con quell’unica differenza. Ma la realtà […] è molto più complessa. Non immaginiamo per esempio l’enorme cambiamento comportato dall’impiego nell’ufficio vicino casa sotto il profilo dell’equilibrio lavoro – vita, ne` l’ansia che proveremo per i graffi e le ammaccature sulla nostra bella macchina nuova, per non parlare dell’assillo delle rate mensili da pagare.”

Davvero molto interessante…
E` successo anche a voi, nel leggere la prima frase del brano riportato, di pensare “beh, sì il futuro è proprio così, come oggi, ma con quel qualcosa in più”? A me sì!! Molto bene, siamo fuori strada, e per fortuna! I grandi stravolgimenti dell’esistenza forse non sono da tutti desiderati, ma d’altro canto, che piaccia o meno la vita cambia e noi abbiamo la possibilità di cambiare in maniera radicale. 

Siamo di fronte all’ennesima prova che la nostra mente, mente, che per la maggior parte del tempo viviamo facendo congetture di un’incredibile limitatezza e che c’è altro, molto altro, oltre la mente. Dal brano riportato appare chiaro anche un altro interessante aspetto: siamo convinti di sapere cosa nello specifico ci renderà felici, pensiamo di saperlo con esattezza e ce lo raffiguriamo mentalmente.

Pensiamo troppo, su questo non vi sono dubbi, e quindi pensiamo male. Anche chi è abituato a far pulizia della propria mente con i meravigliosi strumenti della meditazione, lo yoga, i rilassamenti e quant’altro, non è esente dagli “scherzi” della mente. La motivazione che mi sono data è che abbiamo ancora moltissima strada da fare su questo terreno e che una mente disciplinata, e che ci favorisce nel nostro vivere anziché metterci i bastoni tra le ruote, emerge spontanea e senza sforzo da una consapevolezza pura. Il lavoro perciò va fatto “a monte” e, apparirà ovvio, non può essere un lavoro mentale. Come dicevo, se pensiamo troppo significa che pensiamo male, “troppo” è già un campanello d’allarme. Nello stato di pura consapevolezza non c’è pensiero, c’è solo lo stare in quel momento. Considerando che siamo sempre piuttosto distanti da questo stato di quiete consapevole, appare subito chiaro che se pensiamo troppo (inclusa quindi la raffigurazione dei dettagli del nostro futuro) stiamo certamente pensando male. Nello stato di pura consapevolezza protratto nel tempo, la mente diventerebbe una nostra fedele servitrice, ci aiuterebbe infatti a mettere in opera ciò che la nostra consapevolezza ha già percepito e vivremmo in completa armonia e nell’espressione migliore di noi stessi. 

In sostanza noi crediamo di sapere di cosa avremmo bisogno per essere felici e lo progettiamo. Questo però non è reale. Non è la nostra mente a sapere cosa ci rende felici. La crescita personale e spirituale non ci serve per sapere con precisione cosa ci rende felici, ci “occorre” per comprendere che siamo già felici. Non intendo dire che se sto morendo di stenti mi metterò a meditare per comprendere quanto sono felice, sto intendendo che è bene iniziare a non porci obbiettivi per essere felici. Si tratta piuttosto di trasformare la propria visione di se stessi in quanto esseri umani e della vita in ogni sua manifestazione, si tratta di non vivere concependo la vita come uno svolgimento orizzontale lineare, ma iniziare a concepire la vita anche nel suo svolgersi verticale, con l’intento di scoprire il tesoro che custodiamo dentro di noi. E` utile quindi approcciarci al mistero della vita senza obbiettivi, questo ci aiuterebbe da subito a mettere una sana distanza tra ciò che sta fuori di noi e ciò che sta dentro: il nostro mondo interiore. La nostra vita sociale è costellata di obiettivi e, il brano che ho riportato sopra, lo rende evidente. La vita interiore, invece, si muove senza obbiettivi e senza un andamento lineare. E` utile quindi iniziare a pensare non in termini di obbiettivi, ma di un sentire interiore, qualcosa di più di un semplice desiderio, più simile ad un richiamo.

Non sappiamo che cosa ci renderà felici, proprio perché la felicità non è là, dopo, poi, lontano, domani, tra 10 anni, ma è rintracciabile solo nelle profondità dell’Adesso, per dirla alla Eckart Tolle.

Tolle fonda su questo concetto tutta la struttura del suo pensiero filosofico esistenziale e per un periodo l’ho approfondito cercando di praticarlo. Dopo poco però ha iniziato a mancarmi qualcosa, e col tempo ho compreso che c’è un ulteriore passo da fare: non basta solo trovare la pace, seppur sempre più profonda, nel Presente, il non porci obbiettivi mentali ha il duplice scopo di rimanere sempre aperti alla vita, di offrirci ad essa, perché non viviamo solo per noi stessi, ma per incarnare una missione (che ha a che vedere anche con la vita degli altri), il nostro personale silenzioso disegno di vita, come tessere di un puzzle più grande di ciò che la nostra mente limitata possa concepire. A disposizione della Vita, con la nostra vita.
Sara 
https://www.facebook.com/SaraTemperiniBeoniCounselor/
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